Da una stanza il cielo

Quando gli fu commissionato quell’oggetto elettronico, Maurizio non ancora sapeva a cosa potesse servire. Gli pareva strano che qualcuno dall’Italia avesse scovato lui di Croia, in Albania, come un esperto del ramo. Poi dovette spedirlo in forma anonima, a Foggia, e ci pensò Suzana, una sua cara amica che aveva trovato lavoro proprio in quella città. Fu un caso che ci fosse Gennaro a ricevere un pacchetto con un alimentatore, molto utile per la tastiera musicale del padre. Perciò cominciarono anche i guai, quando qualcuno dovette recuperare proprio quell’oggetto. E al finto istituto per la ricerca sulle migrazioni degli uccelli di Bologna, si teneva sotto controllo ogni azione. Per questo sapevano a chi fosse, in realtà, destinato, c’era solamente da stabilire a cosa dovesse servire. Voci dall’estero erano state registrate e si riteneva che potessero essere azioni terroristiche. Maurizio era tornato nella cittadina di suo padre, quel San Marco in Lamis di cui aveva sempre sentito parlare.