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Mrogn

ByFederico Federici

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Premio Nazionale Elio Pagliarani 2016. L’impronunciabile Mrogn è il toponimo dialettale che circoscrive il luogo dell'Appennino ligure dove è ambientata la caccia metafisica inscenata nel libro. In un paesaggio invisibile definito soltanto dalle traiettorie della preda e del cacciatore, si rinnova, come in un cinematografico remake, la mitica battuta del Conte di Kevenhüller di Giorgio Caproni. Taglio per taglio, rima per rima, la caccia alla lingua è proiettata in cabina di montaggio. I fotogrammi dell’originale sfilano davanti al lettore memore e complice. Filologia e maniera si danno la mano per, ancora una volta, cercare di forare il buio. – Fabio Zinelli ---- Mrogn: entroterra appartato tra Piemonte e Liguria, sparsamente popolato, ma non tagliato fuori dai conflitti che definiscono la Storia, quelli tra uomo e uomo, e tra Uomo e Natura. È al bivio tra Storia e leggenda che si potrebbero intravedere, in una macchia appena rischiarata da raggi solstiziali, i protagonisti del dramma corale inscenato in questa raccolta. Un popolo diffidente e pauroso, che ricaccia fuori la notte serrando «a due mandate/ celle e porte»: gli esecutori di una pena che non può che essere capitale – cacciatori, bracconieri o tiratori scelti – avidi di colpire e delusi nella mira «ad arma bianca»; la morte e i morti docili a seguire «sul vuoto/ gli oracoli dei vivi». Un habitat immenso e claustrofobico, racchiuso nel segno senza nome: «[…] non si penetra nell'ombra./ Entra in noi l'ombra del bosco». Pure il cardine è invisibile, non rappresentabile, né ricostruibile secondo il paradigma indiziario suggerito dai reperti (pezzi di roccia, cortecce incise, piume, peluria e schegge d'osso), dai rilievi (foto, mappe, filmati) e dal sonoro (spifferi d'aria, fischi di serpi, legna spaccata e parlate in dialetto). Chi, o cosa ha lasciato quelle tracce? Ogni scorcio di paesaggio adombra una vittima senza essere, colta sempre un attimo prima del trapasso e sempre libera di contraddirsi, in quella sospensione tra vita e morte consegnata al lettore in frequenti kōan («Non c'è/ prima dello sparo,/ mira!»). Quante figure si potrebbero cernere, nel vuoto che l'autore insegue dando magistralmente suono e parola (voce?) all'angoscia! Il nome resta però anelato e sconosciuto («Lasciateci da soli/ a cercare il nome», «lascia perdere/ il bersaglio/ - è il nome», «Lo scomparso, col mio nome/ in bocca [...]»). – Giancarlo Rossi

Details

Publication Date
May 19, 2022
Language
Italian
Category
Poetry
Copyright
All Rights Reserved - Standard Copyright License
Contributors
By (author): Federico Federici

Specifications

Pages
74
Binding
Perfect Bound
Interior Color
Black & White
Dimensions
US Trade (6 x 9 in / 152 x 229 mm)

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