Se è plausibile il boeziano Porfirio di Isagoge 12.20, «Accidens vero est quod adest et abest praeter subiecti corruptionem.» – [l’accidente – συμβεβηκός – è ciò che può essere presente – γίνεται – o assente – ἀπογίνεται –, senza – χωρίς – comportare la distruzione – φθορά – del soggetto – τοῦ ὑποκειμένου –], verrebbe allora da dire che la morte, comportando la distruzione di un soggetto, non è un «accidente» – τὸ συμβεβηκός / accidens –; e verrebbe ancora da dire che la morte, appartenendo sempre ed esclusivamente alla totalità della specie umana, potrebbe essere un «proprio» dell’Uomo – τὸ ἴδιος / proprium – nel senso che di esso ne dà la quarta definizione porfiriana: «Quod convenit omni, soli et semper.», cioè quel «quod aptum natum esse» con cui Boezio traduce il τὸ πεφυκέναι di Porfirio («φυω»: infinito aoristo attivo: φύσαι –, infinito perfetto attivo: πεφυκέναι –).
Details
- Publication Date
- Mar 17, 2017
- Language
- Italian
- ISBN
- 9781326980092
- Category
- Social Science
- Copyright
- All Rights Reserved - Standard Copyright License
- Contributors
- By (author): Davide Cantino
Specifications
- Format