Carissimi, questa mia storia, non ha nulla di inventato, né tantomeno riferimenti a persone o cose che non siano direttamente legate alla mia persona. Anche le espressioni, poco curate, sono solo frutto della mia personalità, la cui istruzione ha avuto continue lacune a causa di necessità familiari e soprattutto dovute alla poca importanza che si dava alla cultura in primis, ma soprattutto dovuta al fatto che all’epoca, chi nasceva donna, era destinata solamente a vivere succube dell’uomo, con un’unica scelta da fare e accettare cioè: una bambina, doveva crescere, trovare marito e mettere su famiglia con quanti più figli era possibile fare. Queste mie memorie, le ho impresse su carta, perché un giorno i miei nipoti e bis-nipoti potranno riuscire a capire tutte le difficoltà che noi grandi abbiamo dovuto vivere in un’epoca che adesso sembra lontana anni luce; un’epoca dove eri felice solo se potevi trascorrere un po di tempo correndo per i campi, oppure stare seduta sui gradini della propria casa ad osservare la gente che passa, o giocare con i sassolini per terra. Un’epoca in cui l’unico telefono esistente erano le gambe per correre ed avvisare chi dovevi, e, come drone, dovevi piegare un foglio di carta straccia e fare un aeroplanino.