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Daniele Gatti
"...Sto sudando a più non posso sotto i molteplici strati di vestiario che ho indossato e non vedo l’ora di scendere dal treno, anche se ciò significherà affrontare il gelo siberiano. Sono le nove di sera e la temperatura sarà sicuramente bassa…ma quanto? Venti gradi sotto zero? O forse anche quaranta? Come sarà il primo respiro? Mi congelerà naso e polmoni, facendomi riscoprire nuovamente ciò che provano i bambini quando nascono? Mentre percorro il corridoio, l’aria fredda dell’esterno prende sempre di più il sopravvento su quella riscaldata del treno. Mi sembra di avvicinarmi al patibolo. Ormai non c’è più tempo per indugiare: scendo la scaletta, e dopo centoventi ore di volontaria reclusione esco finalmente all’aria aperta, nel cuore della stazione di Tynda." (da "Siberia. Terra addormentata") Vuoi contattarmi? Scrivimi a [email protected] !