ROTATORIE

Cristiano sta andando a lavorare, una mattina qualunque. Lungo la strada ha un brutto incidente. Nell’oblio del coma, si trova a girare intorno ad un unico punto, come se stesse guidando in una rotatoria stradale che rende possibili solo due direzioni. Al centro, come in uno specchio deformato, il mondo che ha lasciato, la camera d’ospedale, la sala d’aspetto, pezzi di vita vissuta. La storia si dipana tra ricordi e presente fino al momento in cui dovrà prendere una decisione. Del mondo omosessuale, visto attraverso una lente che rende tutto chiaro e immediato, l’autore fa leva su esperienze personali e di altri. L’apparente drammaticità del trovarsi alla fine della propria vita è stemperata da una forte ironia e autoironia, congeniale sia all’autore che al suo personaggio, che scopre i lati “privilegiati” della realtà che si trova a vivere.